Appuntamento con la magia

Pubblicato in data martedì 12 luglio 2011

È passato troppo tempo. Ma per fortuna Sylvain Chomet è tornato. Il genio dietro Appuntamento a Belleville (2003), uno dei migliori cartoni dell'ultimo decennio, torna a disegnare il suo mondo retrò fatto di cabaret, linguaggi ancestrali, solitudini orgogliose e fotogrammi disegnati a mano lievi come acquerelli.


Arriva dalla Francia L'illusionista, amorevolmente tratto da una sceneggiatura dimenticata nel cassetto dal mitico "comico astratto" Jacques Tati. Realizzato con animazione tradizionale per umani e animali, digitale per città e sfondi, il film arriva nella carriera di Chomet dopo i 4 César e le due nomination agli Academy Awards® di Belleville. Traguardo bissato con questo Illusionista, nomination come Miglior film d'animazione 2011.


L'illusionista
è una lettera d'amore, da un padre ad una figlia. Per Sophie Tatischeff, figlia di Jacques Tati, questa commovente corrispondenza non poteva restare in giacenza. Catalogata presso gli archivi del CNC (il Centre National de la Cinématographie) sotto l’anonimo nome di "Film Tati N° 4" questa sceneggiatura mai prodotta ha dovuto attendere mezzo secolo perché delle mani si decidessero a sfogliare le sue pagine e ad intuire il suo potenziale. Le avide mani in questione erano quelle di Sylvain Chomet, che ha entusiasticamente colto la sfida di realizzare un sogno impossibile: riportare ancora una volta in vita l’incomparabile magia di Jacques Tati.

L'illusionista è la storia di due strade che s’incrociano.

La prima strada è quella di un anziano intrattenitore, costretto a vagare di città in città e di stazione in stazione, alla ricerca di un palco che accolga il suo spettacolo.

La seconda strada è quella di una giovane ragazza, Alice, all’inizio del viaggio della vita, che ancora vive nel mondo di fantasia proprio dell’infanzia, ma che inizia a fingersi donna senza rendersi conto che lo sta velocemente diventando.

Alice non sa di amare l’illusionista come un padre, ma lui già sa di amarla come una figlia.

I loro destini s’incrociano, ma niente, nemmeno la magia o il potere dell’illusione, possono fermare il viaggio verso la scoperta della vita.


Ha quel certo fascino la vecchia Parigi dipinta nei cartoon, da quella classica d'inizio '900 de Gli Aristogatti al più recente affresco da guida gastronomica di Ratatouille, o ricostruita nei film "in carne ed ossa" come nell'imminente Midnight in Paris di Woody Allen. Quando poi ci mette mano un artista sensibile (e francese) come Sylvain Chomet, grande narratore con un respiro narrativo degno dei classici dell'animazione, si possono toccare corde più delicate per cogliere note poetiche insolite.


Insomma, un'animazione per grandi e piccini, stratificata e insieme lieve, quasi eterea, come le splendide musiche composte dallo stesso Chomet: senza le mirabilie del 3D e i miracoli in CGI, L'illusionista conferma ed esalta l'approccio che l'animazione europea deve tenere per far fronte allo strapotere industriale dei cartoon stelle & strisce: piccolo è bello, piccolo è grande. Nell'illusione dell'arte.


Il film è uscito in un numero limitato di sale italiane diversi mesi fa e ha faticato a trovare un pubblico. Ma trattandosi di un capolavoro del genere, riteniamo non sia mai troppo tardi ritagliargli uno spazio per mostrarvelo, dopo aver già accolto al PIXEL gli altri due candidati all'Oscar® di quest'anno, Toy Story 3 e Dragon Trainer.


L'illusionista
sarà in programmazione dal 15 al 21 Luglio, tutti i giorni alle 21:15. E questo non è un trucco o un'illusione. È realtà.

 

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