Van Gogh e il Giappone
Regia: David Bickerstaff
Genere: documentario
Durata: 1h e 31'
Data di uscita: 16/09/2019
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Un viaggio tra le bellezze della Provenza, l'enigma del Giappone e le sale della mostra ospitata nel 2018 al Van Gogh Museum di Amsterdam.
Grazie alle lettere dell'artista e alle testimonianze dei suoi contemporanei, questo docufilm rivela l'affascinante storia del profondo, intenso legame tra Van Gogh e l'arte giapponese e il ruolo che l'arte di questo Paese, mai visitato dall'artista, ebbe sul suo lavoro. Oltre a indagare la tendenza del japonisme, Van Gogh e il Giappone ci guida attraverso l'arte del calligrafo Tomoko Kawao e dell'artista performativo Tatsumi Orimoto per comprendere appieno lo spirito e le caratteristiche dell'arte del Sol Levante. Nel 1868, quando il Giappone si aprì all'Occidente, Parigi venne inondata di tutto ciò che era giapponese sotto forma di oggetti decorativi e stampe colorate impresse con matrici di legno chiamate ukiyo-e (letteralmente "immagini del mondo fluttuante"). Van Gogh rimase affascinato da tutti gli elementi di questa straordinaria cultura visiva e dal modo in cui potevano essere adattati alla ricerca di un nuovo modo di vedere. Studiò attentamente le opere giapponesi soffermandosi sulle figure femminili nei giardini o sui bagnasciuga, su fiori, alberi e rami contorti: apprezzava di quei lavori linee e purezza compositiva tanto da farne una fonte d'ispirazione imprescindibile per la sua pittura.
Nel 1888, del resto, Parigi era diventata per Vincent una città troppo frenetica. Per questo il pittore decise di partire per il sud della Francia, alla ricerca di nuovi spunti e di una vita a più stretto contatto con la natura. In Provenza, Van Gogh scoprì un paesaggio magnifico, una luce potente, una popolazione dai costumi tradizionali e per certi versi "esotici", capaci di dialogare con la sua visione idealizzata del Giappone e con il suo "sogno" giapponese. Quelli che seguirono furono per lui anni prolifici, ma anche estremamente travagliati, che diedero linfa vitale ad alcune delle opere più iconiche della sua intera produzione, come "I girasoli" e i suoi celebri ritratti.